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Poevisioni 2023

Il Festival Internazionale di Poesia 2023: memoria storica e resistenza culturale

La ventinovesima edizione del Festival Internazionale di Poesia di Genova si apre il 29 maggio al Club Amici del Cinema con una potente retrospettiva dedicata al regista cileno Miguel Littín, figura centrale del cinema latinoamericano impegnato. La scelta di inaugurare il festival con “Dawson Isola 10” (2009) non è casuale: il film, che racconta la deportazione dei collaboratori di Salvador Allende in un campo di concentramento nella Terra del Fuoco dopo il golpe del 1973, apre una riflessione sulla memoria storica che attraverserà l’intera manifestazione.

Il percorso attraverso l’opera di Littín prosegue il 30 maggio con “La tierra prometida” (1973), film che anticipa profeticamente il destino del Cile attraverso la narrazione di una rivolta contadina degli anni ’30, seguita il 7 giugno da “Actas de Marusia” (1976), potente affresco sulla repressione di una rivolta di minatori nel 1907, interpretato magistralmente da Gian Maria Volonté. La trilogia di Littín costituisce un documento storico e artistico fondamentale per comprendere le radici profonde della tragedia cilena.

L’8 giugno il festival si sposta a Palazzo Ducale per l’inaugurazione della mostra fotografica “I giardini dell’Eros”, che esplora il tema dell’erotismo attraverso gli sguardi di tre fotografi – Bruno Cattani, Gianluigi Colin e Silvio Monti – accompagnata dal documentario “Con la mano dell’angelo” di Maurizio Fantoni Minnella sull’arte di Monti.

Il 9 giugno segna l’apertura di due eventi significativi: alla Biblioteca Universitaria viene inaugurata la mostra bibliografica “Memoria del Cile tra politica, letteratura e musica”, che espone testi degli anni ’70 su Allende e il golpe, insieme a storici LP di musica cilena, arricchita dalla proiezione di un raro documento: il concerto di Victor Jara in Perù del luglio 1973, pochi mesi prima del suo assassinio. A Casa Luzzati, invece, la presentazione del romanzo “La virtù oscena” di Maurizio Fantoni Minnella introduce una serata dedicata all’animazione erotica con la proiezione di “Fritz il gatto” di Ralph Bakshi, pietra miliare dell’animazione underground.

Il momento più intenso del festival si tiene il 12 giugno all’Area Archeologica dell’Auditorium Carlini nei Giardini Luzzati, con l’inaugurazione della mostra fotografica collettiva “Movimenti in Rivolta: dal G8 di Genova all’Estallido Social cileno 2001-2019/2020”. L’esposizione crea un ponte temporale e tematico tra due momenti di rivolta sociale, mettendo in dialogo gli scatti del G8 genovese con le immagini delle recenti proteste cilene attraverso gli obiettivi di Carlo Maccheroni e dei fotografi cileni del collettivo Papel Salado e Fernando Dowling. La proiezione del documentario “No tenemos miedo” di Manuele Franceschini completa questo percorso di memoria e resistenza.

Questa edizione del Festival si distingue per la sua capacità di intrecciare memoria storica e attualità, creando connessioni tra diverse forme di resistenza culturale e sociale. La scelta di dedicare ampio spazio al cinquantenario del golpe cileno non è solo un atto di commemorazione, ma diventa occasione per riflettere sul ruolo dell’arte e della cultura nella costruzione della memoria collettiva e nella resistenza alle oppressioni.

Attraverso cinema, fotografia, musica e letteratura, il festival costruisce un percorso multidisciplinare che esplora le diverse forme della resistenza culturale, dal cinema militante di Littín alla fotografia di denuncia sociale, dalla musica di protesta all’animazione underground. La presenza di mostre che collegano eventi storici distanti nel tempo e nello spazio, come il G8 di Genova e l’Estallido Social cileno, sottolinea la continuità delle lotte sociali e il ruolo fondamentale dell’arte nel documentarle e interpretarle.

Il festival del 2023 si conferma così non solo come spazio di riflessione culturale, ma come luogo di elaborazione della memoria storica e di costruzione di ponti tra passato e presente, tra culture e forme espressive diverse, mantenendo vivo il dialogo tra arte e impegno sociale che caratterizza la sua storia.

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