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La Settimana del Documentario

Analisi del panorama cinematografico

Solo una percentuale minima dei documentari prodotti nel mondo trova un posto nella distribuzione nelle sale cinematografiche. Una parte decisamente più ampia, può godere di una distribuzione sul mercato digitale dell’home video e quindi giungere ad una discreta visibilità. Un esito straordinario, se si pensa alla difficoltà che i nostri migliori documentaristi incontravano nella diffusione delle proprie opere. Pensiamo a maestri indiscussi come Vittorio De Seta o Ermanno Olmi che vedono solo ora pubblicate i propri lavori più importanti (grazie  a collane specializzate come ad es. Real Cinema di Feltrinelli). A ciò vanno aggiunti i numerosi riconoscimenti internazionali  ottenuti  negli ultimi anni da alcuni documentari, quasi che vi sia ormai in atto la volontà di abbattere, almeno sul piano della valutazione critica complessiva, il muro che da sempre separa il documentario dalla fiction. Oggi, il lavoro iniziato di promozione e distribuzione del documentario non solo non dovrebbe perdere i propri connotati squisitamente culturali, ma dovrebbe necessariamente orientarsi sul duplice versante delle opere del presente e dei classici. Si dovrà, un giorno, auspicabilmente, parlare di cultura del documentario in maniera diffusa, profonda, quali che siano i livelli di appetibilità commerciale.
Evoluzione dell’interesse nei confronti del documentario
A seguito del grande successo planetario del regista Michael Moore, è venuta sempre più affermandosi questa nuova figura di regista documentarista impegnato sul versante del reale e delle sue infinite sfaccettature. Una figura la cui attualità deve essere collegata all’evoluzione del fare cinema, in particolare alle nuove tecnologie digitali che permettono non solo una riduzione dei costi ma anche la facoltà di girare nelle condizioni più difficili e impreviste. Sta appunto nascendo in Italia una generazione di documentaristi che a differenza dei loro predecessori, può ben sperare di vedere le proprie opere circolare (ancora troppo poco nelle sale) su supporti digitali o in internet, o magari partecipare a rassegne specializzate e tematiche diffuse nel territorio italiano. Ciò che solo un decennio fa appariva come un’eccezione, oggi si sta trasformando in una realtà organica e quindi significativa, al punto che un giorno non lontano si potrà finalmente considerare il documentario come un linguaggio cinematografico degno della massima attenzione e considerazione, al di là delle finalità commerciali.
Non è certo da oggi che si svolge un’opera di archiviazione del documentario (pensiamo alle Teche Rai o piuttosto all’Archivio del Movimento Operaio e Democratico),  ma  solo oggi può avvenire che esperienze anche diverse tra loro possano intensificarsi creando interessanti cortocircuiti.




Analisi del target da raggiungere
Il Festival, innanzitutto si propone lo scopo di radicarsi nel territorio di Varese e provincia puntando su un pubblico diversificato di studenti e di adulti di ogni età, sensibili e attenti al richiamo di questo cinema, capace di coniugare la pluralità dei linguaggi e degli stili con l’urgenza dell’impegno etico e sociale. Un posto particolare sarà riservato dal prossimo anno alle scuole  e agli studenti universitari che potranno fruire, nel corso del festival, di apposite proiezioni mattutine specifiche supportate da introduzione critica..
Confidando nella valenza del progetto crediamo che il Festival possa travalicare i confini provinciali e porsi come reale punto di riferimento regionale per tutti coloro, semplici appassionati o giovani aspiranti documentaristi, che vogliano trovare nel Festival un luogo di riferimento sicuro per un confronto costante e un aggiornamento sulla produzione filmica contemporanea. Ribadiamo a tale proposito, che in ambito strettamente lombardo, ma anche per tutto il norditalia, non esiste attualmente alcun festival dedicato nello specifico interamente al documentario.


Sviluppo del progetto

La Settimana del Documentario si propone innanzitutto come evento culturale qualificato in un contesto varesino, provinciale e oltre, che  necessità sempre di più proposte organiche di alto profilo. Forti di tre anni d’esperienza di promozione del documentario attraverso l’attività della Sala Urano del Multisala Impero di Varese (tra le pochissime sale in Lombardia, impegnate nella diffusione di cinema di qualità con Rassegne e serate a tema), riteniamo sia venuto il momento di creare uno spazio ampio e di riferimento per tutta la regione, interamente dedicato al documentario.
La Settimana del Documentario 2009 che si terrà presso la Sala Urano del Multisala Cinema Impero di Varese dal 22 al 25 ottobre, sarà una corposa anteprima della rassegna che nel 2010 avrà una vocazione e una carattere regionale e nazionale.
La manifestazione è ideata e organizzata dall’Associazione Culturale FreeZone, in stretta sinergia con realtà territoriali come enti locali e professionisti.
Parallelamente infatti si prevede di promuovere e valorizzare l’importante Archivio del Documentario di proprietà dell’Associazione, con ben oltre 470 opere italiane e straniere in supporto digitale (tra cui diverse inedite in lingua originale) e saggi sull’argomento, vera risorsa visiva non solo del Festival, ma per tutti coloro che intenderanno consultarlo sullo specifico sito internet che sarà realizzato, per avere informazioni in merito ad autori e opere proposte.
Programma 2009

La giornata di apertura giovedì 22 ottobre sarà dedicata a due ritratti di reporter, l’americano James Nachtwey e la fotografa palermitana Letizia Battaglia, due sguardi differenti sulla realtà più dolorosa del nostro tempo.
Come avverrà in ogni futura edizione, ogni anno nel Festival verrà dedicata un’apposita sezione a una specifica cinematografia nazionale. Quest’anno sarà la volta del cinema cubano (in omaggio ai cinquant’anni della Rivoluzione Cubana)  proponendo venerdì 23 ottobre opere assolutamente inedite: tre cortometraggi di Santiago Álvarez che della rivoluzione fu appunto il documentarista per eccellenza, il bellissimo lungometraggio di Fernando Perez, Suite Havana e alcuni documentari di Nicolás Guillén Landrián.
Sabato 24 ottobre alle ore 18.00 sarà la volta dell’incontro con il docente e regista Marco Bertozzi, che presenterà la Storia del documentario in Italia e terrà una lezione per il pubblico con il supporto di proiezioni.
Evento speciale del sabato sera sarà la proiezione dell’attesissimo e discusso film Feltrinelli di Alessandro Rossetto, presentato al Festival di Locarno 2006 e mai uscito nelle sale italiane. Alle ore 20.45 incontro – dibattito con l’autore alla presenza di critici e a seguire alle ore 21.30 proiezione del film. Una scelta di coraggio e di anticonformismo del Festival varesino, che sarà la prima sede italiana in cui verrà proiettato.
Domenica 25 ottobre sarà poi la volta dell’ospite principale, il regista bresciano Franco Piavoli cui viene dedicata un’ampia retrospettiva sia sabato che domenica, con la presentazione di 5 sue opere. La scelta di Piavoli, ritenuto da molti critici il più originale e anomalo tra i registi italiani e non solo nell’ambito del documentario, non è certamente casuale. Piavoli è l’artefice principale del documentario poetico. Con questa scelta si è inteso dare un segnale preciso dell’assoluta libertà delle scelte e dei percorsi critici che attraverseranno l’intero sviluppo del Festival.
Il pubblico potrà incontrare il regista domenica alle ore 18.30 in Sala Urano.
Tutto il Festival si svolgerà nella Sala Urano del MIV, Multisala Impero Varese, in via Bernasconi 13.
Le proiezioni sono a pagamento a prezzo agevolato, con la possibilità di abbonamenti giornalieri o singoli ingressi. Gli incontri con gli autori e i registi prima delle proiezioni sono compresi nel costo del biglietto.
La Settimana del Documentario non potrà far altro che crescere di edizione in edizione, nella prospettiva di raggiungere e consolidarsi come una delle poche realtà nazionali dedicate a questo genere.
Numerose sono già infatti le collaborazioni e le sinergie con Enti locali, sponsor privati,  prestigiosi istituti  e associazioni a livello nazionale.
Con tutto questo siamo certi di poter promuovere sul territorio la cultura cinematografica del documentario, oggi in rapida ascesa presso gli spettatori e gli specialisti di tutto il mondo.

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Maurizio Fantoni Minnella

Direttore artistico

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