Il Festival Internazionale di Poesia 2021: uno sguardo globale tra cinema e impegno sociale
Il ventisettesimo Festival Internazionale di Poesia di Genova si presenta nel 2021 con un programma che spazia dal cinema mediorientale al documentario sociale, dalle retrospettive d’autore al cinema indipendente, creando un mosaico culturale di respiro internazionale tra Varese e Genova.
Il percorso si apre a Varese con due appuntamenti significativi nella sezione “Nuna-La Terra”. Il 10 giugno viene presentato “Population Boom” di Werner Boote, un’indagine provocatoria sulla questione della sovrappopolazione mondiale, seguito il 24 giugno da “Citizen Jane: Battle for the City” di Matt Tyrnauer, che ripercorre la storica battaglia di Jane Jacobs per la preservazione urbanistica di New York. Entrambe le proiezioni sono arricchite dalla presenza dei registi.
A Genova, il cuore del festival pulsa tra la Biblioteca Universitaria di Via Balbi, il Club Amici del Cinema e Palazzo Ducale, con un programma che intreccia diverse linee tematiche. La sezione “Dal mondo Doc e dal mondo” propone opere come “Frozen” di Shivajee Chandrabhushan, un toccante racconto ambientato nell’Himalaya, e “La vita in un giorno” di Kevin Mcdonald, primo “Social Movie” della storia, prodotto da Ridley Scott.
Un momento centrale del festival è rappresentato dalla retrospettiva dedicata a Mohammad Bakri, regista e attore palestinese, che include opere di forte impegno civile come “Jenin, Jenin” (2002), documentario controverso sull’attacco al campo profughi di Jenin, e “Da quando te ne sei andato” (2005), dialogo immaginario con lo scrittore Emile Habibi. La presenza di Bakri al festival, accompagnato da Luisa Morgantini, offre un’occasione preziosa di riflessione sulla situazione mediorientale.
Altrettanto significativa è la retrospettiva dedicata a Marco Bechis, che attraversa l’intera opera del regista italo-argentino, dal suo esordio “Alambrado” (1991) fino a “Il rumore della memoria” (2013). Il percorso include opere fondamentali come “Garage Olimpo” (1999) e “Figli/Hijos” (2001), che affrontano il tema dei desaparecidos durante la dittatura argentina, e “La terra degli uomini rossi – Birdwatchers” (2008), sulla lotta degli indios Guarani-Kaiowà in Brasile.
Casa Luzzati a Palazzo Ducale ospita la sezione “Stazioni animate” con una retrospettiva dedicata a Theodore Ushev, uno dei più innovativi registi d’animazione contemporanei, e la proiezione de “La Fellinette” di Francesca Fabbri Fellini, omaggio onirico al grande Federico.
Il programma include anche “Prime Visioni” di rilievo come “Ema” di Pablo Larraín, opera sperimentale che fonde danza e narrazione, e uno spazio dedicato al cinema indipendente italiano con “Il codice del Babbuino” di Davide Alfonsi e Denis Malagnino.
Questa edizione del Festival si distingue per la sua capacità di intrecciare temi di stringente attualità – dai diritti umani alle questioni ambientali, dalla memoria storica alle trasformazioni urbane – attraverso una molteplicità di sguardi e linguaggi cinematografici. La presenza di importanti autori internazionali e la varietà delle proposte confermano il ruolo del festival come spazio di dialogo e riflessione sulla contemporaneità, dove poesia e cinema si fondono per offrire chiavi di lettura della complessità del nostro tempo.
La scelta di mantenere una programmazione ricca e articolata, nonostante le persistenti difficoltà legate alla situazione sanitaria, testimonia la resilienza culturale del festival e la sua capacità di rinnovarsi mantenendo fede alla propria vocazione di spazio di incontro e confronto tra culture diverse.